FORESE DONATI Pg. XXIII, 48; Pg. XXIV, 74
Cornice VI - Golosi

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Figlio di Simone Donati, Forese è fratello di Piccarda, beata nel cielo della Luna, e di Corso, il feroce capo della parte Nera fiorentina, nonchè cugino della moglie di Dante, Gemma Donati. La famiglia Donati appartiene, dunque, alla sfera privata della vita di Dante, alla sua giovinezza: "La poesia del ricordo, che sappiamo essere una delle componenti principali del Purgatorio, e la rievocazione di momenti essenziali della sua vita morale e letteraria, hanno qui compiuta espressione. Son questi i canti forse più direttamente e riccamente autobiografici del poema ..." (Bosco, Commento pag. 386).

Morto nel 1296, Forese era legato da amicizia al poeta con cui, in età giovanile, aveva scambiato una tenzone di sonetti burleschi, in cui Forese era stato più volte accusato di golosità.
La vicinanza della morte di Forese alla data presunta del viaggio ultraterreno, fa chiedere a Dante come mai l'amico si trovi già nella sesta Cornice: Forese risponde spiegando come l'ascesa al monte del Purgatorio possa essere abbreviata dalle preghiere dei vivi. Ciò spiega la richiesta di un ricordo che tante anime purganti rivolgono a Dante.
Biasimando la liberalità dei costumi delle donne fiorentine e della città in generale, Forese profetizza la morte drammatica del fratello Corso, colui che di tale corruzione "più n'ha colpa" (Pg. XXIV, 82), e non può evitare di alludere all'esilio che l'amico soffrirà proprio a causa di Corso.