Personaggi citati
Terenzio
Pg.XXII, 97

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Il grande commediografo latino Publio Terenzio Afro nacque a Cartagine intorno al 190 a.C. e morì in Grecia nel 159 a.C..
Condotto a Roma come schiavo, fu affrancato dal senatore Terenzio Lucano, che probabilmente ebbe il merito di introdurlo presso i personaggi più illustri e culturalmente all'avanguardia.

Terenzio entrò, infatti, a far parte del circolo degli Scipioni, dove intrecciò una solidale amicizia intellettuale con Gaio Lelio e con lo stesso Scipione Emiliano, promotore e organizzatore del periodo più ricco del circolo.

L'attività poetica di Terenzio fu limitata nel tempo: in soli sette anni scrisse e fece rappresentare sei commedie, che costituiscono la sua intera produzione. In linea con le tendenze filoelleniche del circolo cui apparteneva, egli operò una vera e propria riforma della commedia tradizionale plautina, ristrutturandola dal punto di vista tecnico, in modo da realizzare il principio della verosimiglianza, ed apportandovi nuovi contenuti.
Le sue "palliate" sono riprese dalle commedie greche di Menandro, con largo uso della "contaminatio", cioè utilizzando e fondendo, in modo originale, contenuti di varia provenienza.
Rispetto alla tradizione plautina Terenzio si distingue per il maggiore spessore psicologico dei suoi personaggi e l'analisi più riflessiva dei caratteri, che perdono in parte l'elemento farsesco.