Personaggi citati
Piramo e Tisbe
Pg. XXVII,37-38; Pg. XXXIII,69

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I due giovani babilonesi Piramo e Tisbe si amavano contro il volere delle loro famiglie. Per questo erano costretti a parlarsi attraverso una fessura che si apriva nell'alto muro che divideva le loro case.
Decisero, infine, di fuggire insieme, dandosi appuntamento nei pressi di un gelso. Tisbe giunse per prima all'appuntamento, ma spaventata da una leonessa, fuggì perdendo il velo.

Piramo, giunto poco dopo, vedendo la leonessa strappare il velo di Tisbe, pensò che la fanciulla fosse stata sbranata e, folle di dolore, si ferì a morte con la sua spada ed il suo sangue tinse i frutti del gelso che, da quel giorno, diventarono da bianchi rossi.
Tisbe, calmata la paura, tornò sui suoi passi appena in tempo per vedere l'amato spirarle tra le braccia. Morto Piramo, anche Tisbe si uccise.

Il mito di Piramo e Tisbe fu molto noto nel Medioevo nella versione ovidiana delle Metamorfosi.