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Meleagro
Pg. XXV,22

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Meleagro, al momento della nascita, era stato destinato dalle Parche a vivere quanto un tizzone gettato fra le fiamme.
Atlea, la madre, tuttavia, per prolungare la vita del figlio sottrasse il tizzone alle dee, lo spense e lo nascose. Quando, poi, Meleagro uccise in una contesa i fratelli della madre, questa riprese il tizzone e lo gettò nel fuoco: la vita di Meleagro riprese, così, a consumarsi.

Dante lesse in Ovidio (Metamorfosi) il mito di Meleagro e lo prese a paragone del dimagrimento delle anime dei Golosi nella sesta Cornice del Purgatorio.

Pg. XXV, 22-23
Se t'ammentassi (se ricordassi) come Meleagro
si consumò al consumar d'un stizzo
(tizzone).