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Ganimede
Pg. IX, 23

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Ganimede, il minore dei figli del re di Troia, era comunemente indicato come "il più bello di tutti i mortali".
Proprio per la sua eccezionale bellezza Ganimede suscitò l'amore di Giove e, mentre si trovava a caccia con un gruppo di amici ("i suoi") nei boschi della Troade, venne rapito e trasportato nell'Olimpo dove, eternamente giovane e bellissimo, fu nominato coppiere degli dei.

Dante poteva leggere questo episodio del mito sia in Ovidio (Metamorfosi, X) sia in Virgilio Eneide, V 252-255:

... il regio fanciullo, sull'Ida frondosa,
che rapidi cervi in corsa scagliando dardi affatica,
ardente, e pare che aneli: ma dall'Ida, fulmineo,
l'ha ghermito l'uccello di Giove fra gli artigli, su in cielo.
Trad. Rosa Calzecchi-Onesti