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Cimabue
Pg. XI, 94

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Il pittore fiorentino Cenni di Pepo, noto come Cimabue, fu attivo nella seconda metà del XIII sec. tra Arezzo, Assisi, Pisa e Firenze.
A lui vengono attribuiti vari affreschi nella basilica superiore di Assisi, oltre la 'Maestà' della basilica inferiore. A Firenze Dante potè di certo ammirare la Madonna di S.Trinita ed il noto Crocifisso in S.Croce, opere già compiute nel 1300.

La fondamentale novità introdotta in pittura da Cimabue fu il superamento dei rigidi schemi bizantini a favore di una più attenta osservazione del vero. Gli antichi commentatori, tuttavia, sottolineano in Cimabue una personalità geniale sì, ma anche arrogante e superba.
Alla sua morte, avvenuta nei primi anni del '300, il pittore, noto ed apprezzato, fu sepolto in Santa Maria del Fiore e sulla sua tomba fu posto l'epitaffio:

"Credidit ut Cimabos picturae castra tenere,
sic tenuit vivens, nunc tenet astra poli"

La somiglianza tra l'epitaffio ed i versi danteschi è evidente, tuttavia è difficile dire se il primo sia stato fonte per i versi danteschi oppure sia stato da questi ultimi ispirato.