VANNI FUCCI Inf. XXIV, 97; Inf. XXV, 1
Cerchio 8 - Bolgia 7 - Ladri

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Figlio illegittimo di Fuccio de' Lazzàri di Pistoia, Giovanni, o Vanni, fu uomo d'indole talmente violenta e rissosa da essere soprannominato "Bestia".
Politicamente parteggiò per i Neri, avversario, dunque, del partito di Dante, e si distinse per il feroce accanimento con cui prese parte alle lotte interne della città, iniziate nel 1288, commettendo saccheggi e rapine contro gli avversari politici.

Nel 1292 fu al servizio di Firenze contro Pisa e forse in questa occasione Dante lo conobbe.
Nel febbraio 1295 fu condannato in contumacia dal Comune come omicida e ladrone, ma ciò non gli impedì, nell'agosto di quello stesso anno, di essere in città a compiere nuove violenze e saccheggi alle case dei Bianchi.
Dopo quella data non si hanno di lui altre notizie: probabilmente morì verso la fine del secolo.
Egli si trova nella settima bolgia dell'ottavo cerchio per aver compiuto un furto sacrilego nella sagrestia di S. Jacopo nel duomo di Pistoia. Il furto avvenne probabilmente all'inizio del 1293 e Vanni Fucci aveva per complici il notaio Vanni della Monna e Vanni Mirrone. Furono, in seguito, arrestate alcune persone estranee al fatto, tra le quali Rampino Foresi che rischiò di essere giustiziato, finchè nel 1295 o 1296 venne arrestato uno dei colpevoli, il notaio Vanni della Monna, che rivelò i nomi dei complici e fu impiccato nel 1296.
Probabilmente in quell'epoca Vanni Fucci era già fuggito dalla città per evitare la cattura.