RUGGIERI degli UBALDINI Inf. XXXII,134; Inf. XXXIII,14
Cerchio 9, Zona2 - Antenora, traditori della patria o della parte

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Ruggieri degli Ubaldini, nipote di Ottaviano, detto per antonomasia "il Cardinale" e condannato fra gli eretici del Cerchio VI, fu prima arcivescovo di Bologna, poi di Ravenna.
Nominato arcivescovo di Pisa nel 1278, Ruggieri si trovò in un ruolo cruciale, non solo religioso ma anche con grandi riflessi politici, proprio mentre iniziava ad incrinarsi l'accordo fra Ugolino della Gherardesca ed il nipote Nino Visconti (Pg.) per il governo della città.

La pesante sconfitta della Meloria ed il sospetto sulle manovre militari di Ugolino, diede modo all'arcivescovo di inserirsi nel dissidio fra i due, con lo scopo di risollevare le sorti della parte ghibellina di Pisa. Con abili manovre, Ruggieri riuscì a scacciare Nino Visconti dalla città nel 1288. L'anno successivo Ruggieri fece imprigionare Ugolino e gli altri uomini della famiglia Della Gherardesca e ne fece decretare la morte.

Non sono, tuttavia, chiare le ragioni dell'accusa di tradimento nei confronti dell'arcivescovo, considerando che, per Dante, la frode è l'inganno perpetrato verso chi non si fida, il tradimento verso chi si fida, ed Ugolino non poteva rientrare in quest'ultima categoria di persone.
La versione dei fatti seguita da Dante avvalora l'ipotesi che, al momento della cacciata di Nino Visconti, Ugolino non si trovasse in città e che l'arcivescovo avesse finto di accordarsi con il conte al solo scopo di attirarlo in città e poi eliminarlo.
Ottenuto il potere, tuttavia, Ruggieri non seppe gestirlo, sopraffatto dai contrasti interni e dal biasimo papale per la sua condotta. Nel 1295 morì a Viterbo.