PIRRO Inf. XII, 136
cit. Pd. VI, 44
Cerchio 7 - girone 1 - Violenti

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Due sono le possibili identificazioni di questa anima dannata.
Per alcuni commentatori si tratta di Pirro, figlio di Achille, chiamato anche Neottolemo, che uccise con ferocia il vecchio re Priamo, durante la presa di Troia, per altri, invece, Dante allude a Pirro, re dell'Epiro, vissuto fra il 319 ed il 272 a.C..

Nel corso della campagna militare a sostegno dei Tarantini in guerra contro i Romani, Pirro vinse questi ultimi ad Eraclea nel 280 e ad Ascoli di Puglia nel 279. Nel primo scontro, tuttavia, il suo esercito subì perdite così gravi da dare luogo al detto popolare "vittoria di Pirro".
Nel 257, Pirro fu sconfitto dal console Curio Dentato nei pressi di Maleventum, che da allora prese il nome di "Beneventum".
Costretto a rientrare in Grecia, Pirro fu ucciso ad Argo nel 272 a.C.
Nonostante l'opposizione alla potenza romana, Dante fa un elogio di Pirro nel "De Monarchia" (II ix, 8).