GUIDO da MONTEFELTRO Inf. XXVII, 4
Cerchio 8 - Bolgia 8 - Consiglieri di frodi

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Guido I da Montefeltro, nato intorno al 1220, signore della contea di Montefeltro, fu un abile uomo politico ed un condottiero, lodato da Dante nel Convivio (Cv. IV, XXVIII, 8) e dal Villani nelle sue "Cronache".

Capo del partito ghibellino in Romagna e Toscana, Guido da Montefeltro fu vicario di Corradino di Svevia (Pg.) nel 1268, e si segnalò per parecchi fatti d'arme: nel 1275, a capo dei fuoriusciti bolognesi, sconfisse Malatesta da Verrucchio che comandava la coalizione dei guelfi di Bologna, mentre a Forlì sconfisse l'esercito angioino-papale, che assediava la città, ostacolando le mire di papa Martino IV (Pg.) sulla Romagna.
Quando i Forlivesi si rassegnarono a cedere al dominio papale, Guido dovette far atto di sottomissione e fu inviato al confino, prima a Chioggia e poi ad Asti.
Nel 1289 fu podestà a Firenze e ne guidò le armate nella guerra contro Pisa, poi, divenuto signore di Urbino, difese la città dai ripetuti attacchi di Malatestino da Verrucchio, podestà di Cesena.
Nel 1296, infine, Guido si riconciliò con il papa e, entrato nell'Ordine francescano, morì nel monastero di Assisi nel 1298.

Dante, inoltre, trasse dalle "Historiae" di Riccobaldo da Ferrara, un episodio della vita di Guido dopo l'ingresso in convento.
Egli, ormai pentito e riconciliato con Dio, era destinato alla salvezza eterna, quando papa Bonifacio VIII, ricordando la sua abilità di stratega, gli chiese consiglio per espugnare con l'inganno la città di Palestrina e sconfiggere definitivamente la nemica famiglia dei Colonna. La città fu presa, ma il papa venne meno ai patti e negò a Guido l'assoluzione per il suo peccato.
Dante condanna Guido per non poter condannare il maggior colpevole, essendo papa Bonifacio VIII ancora vivo.