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Giuseppe
Inf. XXX, 97

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Le vicende della vita di Giuseppe sono narrate a partire da Genesi 37.
Giuseppe e Beniamino erano i figli minori di Giacobbe, il terzo patriarca, e di Rachele, la moglie più amata.

"Israele amava Giuseppe più di tutti i suoi figli, perchè era il figlio avuto in vecchiaia ... I suoi fratelli, vedendo che il loro padre amava lui più di tutti i suoi figli, lo odiavano e non potevano parlargli amichevolmente" (Genesi 37, 3-4).

Presto l'esasperazione dei figli di Giacobbe raggiunse l'apice e, trovandosi Giuseppe solo con loro a pascolare il gregge, lo catturarono, lo spogliarono delle sue vesti e lo gettarono in una cisterna con l'intenzione di ucciderlo. Ruben, tuttavia, il maggiore dei figli di Giacobbe e Lia, volle risparmiargli la vita e propose ai fratelli di vendere Giuseppe ad una carovana di mercanti diretti in Egitto.
Mentre Giacobbe piangeva la morte del figlio prediletto, Giuseppe faceva apprezzare la sua intelligenza e la sua abilità nella casa di Potifar, consigliere del faraone e comandante delle guardie. La moglie di Potifar, invece, apprezzò di Giuseppe la bellezza e cercò di farne il suo amante. Venendo respinta, la donna accusò Giuseppe di violenza e costrinse il marito ad imprigionarlo.
Questa circostanza, tuttavia, offrì a Giuseppe l'occasione di mettersi in luce agli occhi del faraone, interpretandone i sogni, e gli ottenne la libertà, il ruolo di primo consigliere e grandi ricchezze.

Alcuni anni dopo la carestia spinse i fratelli di Giuseppe a cercare cibo in Egitto. Giuseppe generosamente li accolse, insieme al vecchio padre Giacobbe ed a tutto il popolo, dando così inizio al periodo egiziano della storia di Israele.