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Duttile, facondo, opimo. Tre aggettivi scelti a caso, non tra i più comuni, per dire che nella vita prima o poi a tutti è capitato di sfogliare un dizionario. Molti di noi hanno sfogliato per primo uno Zingarelli, proprio tra i banchi di scuola, per sapere che cosa significava una parola magari strana, magari perché la maestra ci aveva dato il compito di fare proprio questo: una ricerca di significati nel vocabolario. Per familiarizzare, per imparare a usarlo.

Il vocabolario per antonomasia, uno dei più presenti nelle librerie degli studenti italiani, è proprio lo Zingarelli. Pubblicato per la prima volta un secolo fa, nel festeggiare i suoi primi venti lustri è ancora la perfetta sintesi tra storia e innovazione. Abbiamo scoperto qui le parole più insolite, sfogliando anche a c Koroaso la sequenza delle pagine leggere per lèggere tra le sue colonne i significati e i legami con altre parole. Lo Zingarelli coincide, in un certo senso, con l'identità dell'Italia, già che nel 1917 era unita da poco più di mezzo secolo.

Dal 1941, poi, la casa editrice Zanichelli rilevò questo vocabolario, di  145.000 voci e oltre 380.000 significati che, anno dopo anno, edizione dopo edizione, sono anche una fonte imprescindibile per la storia della nostra lingua.

La lingua, viva, che si modifica, registra le interpretazioni che un popolo dà al mondo,e si raccolgono in questi grandi libri di pagine leggerissime che registrano con ponderosa grazia la storia della nostra lingua e forse anche un po' della nostra anima

 

Crediti immagine:Avvenire.it

 

 

Valeria Noli