BENINCASA da LATERINA ("l'Aretin") Pg. VI, 13
Antipurgatorio, balzo 2 - negligenti, morti di morte violenta

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Benincasa fu un noto giureconsulto del sec.XIII, che ricoprì l'incarico di magistrato e giudice a Siena. Dante lo chiama qui "l'Aretino" poichè era originario di Laterina, che si trova presso la città toscana. Morì a Roma, dove era passato ad esercitare la funzione di giudice, decapitato da Ghino di Tacco, che volle vendicare la condanna inflitta a Siena contro alcuni suoi parenti.

Pg. VI,26-27
quell'ombre che pregar pur ch'altri prieghi (che chiedono suffragi),
sì che s'avacci (si affretti) lor divenir sante (la loro purificazione)


Una turba di anime (Guccio de' Tarlati, Federico Novello, Gano degli Scornigiani, Orso Alberti di Mangona, Pierre de la Brosse) si affolla intorno a Dante chiedendo un ricordo ed una preghiera che abbrevi il tempo della purgazione.
Sono tutti personaggi vissuti nella seconda metà del '200, la cui morte violenta era certamente di dominio pubblico al tempo di Dante tanto da risultare esemplare.